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    13 settembre 2024

    Patto di famiglia: liquidazione in favore del...

    Cassazione, ordinanza 16 luglio 2024, n. 19627, sez. V. Può ribadirsi che: il patto di famiglia di cui agli artt. 768-bis e ss. c.c. è assoggettato all’imposta sulle donazioni sia per quanto concerne il trasferimento dell’azienda o delle partecipazioni societarie, operata dall’imprenditore in favore del discendente beneficiario, sia per quanto riguarda la liquidazione della somma corrispondente alla quota di riserva, calcolata sul valore dei beni trasferiti, effettuata dal beneficiario in favore dei legittimari non assegnatari; in materia di disciplina fiscale del patto di famiglia, alla liquidazione operata dal beneficiario del trasferimento dell’azienda o delle partecipazioni societarie in favore del legittimario non assegnatario, ai sensi dell’art. 768-quater c.c., è applicabile il disposto dell’art. 58, comma 1, D.Lgs. n. 346 del 1990, intendendosi tale liquidazione, ai soli fini impositivi, donazione del disponente in favore del legittimario non assegnatario, con conseguente attribuzione dell’aliquota e della franchigia previste con riferimento al corrispondente rapporto di parentela o di coniugio; l’esenzione prevista dall’art. 3, comma 4-ter, D.Lgs. n. 346 del 1990, si applica al patto di famiglia solo con riguardo al trasferimento dell’azienda e delle partecipazioni societarie in favore del discendente beneficiario, non anche alle liquidazioni operate da quest’ultimo in favore degli altri legittimari (v. sentenza n. 29506/2020, confermata con l’ordinanza n. 19561/2022, le cui argomentazioni il Collegio pienamente condivide). In virtù dell’approdo interpretativo cui è giunta da ultimo la giurisprudenza di legittimità, deve pertanto ritenersi che, nel quadro complessivo della disciplina dell’imposta sulle successioni e donazioni, gli oneri posti a carico del beneficiario dell’attribuzione a favore di altri soggetti individualmente determinati, rilevano, ai fini fiscali, come attribuzioni provenienti, rispettivamente, dal de cuius o dal donante, in tal modo applicando l’imposta prendendo come riferimento l’effettivo passaggio di ricchezza che, nei confronti dell’erede/legatario e del donatario, è dunque ridimensionato, a causa dell’adempimento dell’onere, nella stessa misura in cui determina un arricchimento in favore del terzo beneficiario, e che l’agevolazione prevista dall’art. 3, comma 4-ter, cit. riguardi esclusivamente la donazione dell’azienda o delle partecipazioni sociali e non le c.d. “attribuzioni compensative”. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes  Clicca qui per leggere gli altri articoli SuperPartes  Foto di Gerd Altmann da Pixabay © Riproduzione riservata

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    12 settembre 2024

    Responsabilità del notaio

    Cassazione, ordinanza, 18 luglio 2024, n. 19849, sez. II civile. La responsabilità del notaio per inadempimento degli obblighi accessori relativi alla verifica della libertà e disponibilità del bene oggetto di compravendita può configurarsi anche nei confronti dei terzi pregiudicati dall’attività negligente del pubblico ufficiale. In tal caso, la responsabilità si configura come extracontrattuale e il danno risarcibile deve essere parametrato alla situazione economica nella quale il terzo danneggiato si sarebbe trovato qualora il notaio avesse diligentemente adempiuto la propria prestazione. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes  Clicca qui per leggere gli altri articoli SuperPartes  Foto di rawpixel da Pixabay © Riproduzione riservata

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    11 settembre 2024

    Azione di riduzione e accettazione di eredità...

    Cassazione, ordinanza, 11 luglio 2024, n. 19010, Sez. II civile.  L’azione di riduzione non può essere proposta nel caso in cui l’inventario sia stato redatto allorché sia già decorso il termine di tre mesi dalla dichiarazione di accettazione dell’eredità con beneficio di inventario. Infatti, in tale ipotesi non ricorrono le condizioni per applicare il disposto dell’art. 564 cod. civ. per il caso di decadenza dal beneficio di inventario, in quanto la tardiva esecuzione dell’inventario non integra un’ipotesi di decadenza dal beneficio di inventario. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes  Clicca qui per leggere gli altri articoli SuperPartes  Foto di Pexels da Pixabay © Riproduzione riservata

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    10 settembre 2024

    Esecuzione specifica dell’obbligo di concludere...

    Cassazione, sentenza, 9 luglio 2024, n. 18681, sez. II civile. In caso di contratto preliminare di vendita immobiliare di cosa generica, l’oggetto dello stesso può essere determinato attraverso atti e fatti storici esterni al negozio, anche successivi alla sua stipulazione, nella sola ipotesi in cui l’identificazione del bene da trasferire avvenga in sede di conclusione consensuale del contratto definitivo, e non quando, invece, afferisca ad una pronuncia giudiziale ex art. 2932 c.c., caso nel quale occorre che l’esatta individuazione dell’immobile, con l’indicazione dei confini e dei dati catastali, risulti dal preliminare, dovendo la sentenza corrispondere esattamente al contenuto del contratto, senza poter attingere da altra documentazione i dati necessari alla specificazione del bene oggetto del trasferimento. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes  Clicca qui per leggere gli altri articoli SuperPartes  Foto di Tung Nguyen da Pixabay © Riproduzione riservata

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    09 settembre 2024

    Usucapione: convivenza more uxorio e animus...

    Cassazione, ordinanza, 27 giugno 2024, n. 17724, sez. II civile. Il compossesso non consiste nell’esercizio solidaristico e comunitario dell’unica signoria su una cosa, ma rappresenta la situazione nella quale confluiscono su una stessa cosa poteri plurimi corrispondenti ad altrettanti distinti diritti. Ne consegue che il convivente “more uxorio” del soggetto detentore dell’immobile non è compossessore con quello, ma detentore autonomo dell’immobile stesso, che dunque non può usucapire. Se un soggetto è privo dell’animus possidendi ai fini della pretesa usucapione, non può ritenersi differente la posizione del convivente partendo da una posizione di detenzione qualificata esercitabile finché duri lo stato convivenza. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes  Clicca qui per leggere gli altri articoli SuperPartes  Foto di Tung Nguyen da Pixabay © Riproduzione riservata

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    07 settembre 2024

    Restituzione dell’azienda e assoggettabilità...

    Cassazione, ordinanza 5 giugno 2024, n. 15776, sez. V.  In caso di restituzione (retrocessione) dell’azienda dall’usufruttuario o dall’affittuario al proprietario, le rimanenze, i miglioramenti e gli incrementi dei beni strumentali non sono assoggettati ad IVA, ancorché non inventariati, non potendo già “a monte” acquisire una propria autonoma oggettività contrattuale rispetto all’usufrutto o all’affitto dell’intero complesso aziendale, che di per sé, in base all’art. 2555 c.c., li ricomprende. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes  Clicca qui per leggere gli altri articoli SuperPartes  Foto di u_w24h9b9v3p da Pixabay © Riproduzione riservata

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    06 settembre 2024

    Opposizione a decreto ingiuntivo e accettazione...

    Cassazione, ordinanza, 3 giugno 2024, n. 15504, sez. III civile. L’opposizione a decreto ingiuntivo proposta da un soggetto nella qualità di erede dell’ingiunto costituisce accettazione tacita dell’eredità, senza che assuma alcuna rilevanza la circostanza che tale opposizione sia stata dichiarata inammissibile, posto che l’accettazione dell’eredità, a tutela della stabilità degli effetti connessi alla successione mortis causa, si configura come atto puro ed irrevocabile e quindi insuscettibile di essere caducato da eventi successivi. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes  Clicca qui per leggere gli altri articoli SuperPartes  Foto di u_w24h9b9v3p da Pixabay © Riproduzione riservata

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    05 settembre 2024

    Patti parasociali: condizioni e contenuto

    Cassazione, ordinanza, 16 maggio 2024, n. 13561, sez. I civile.  In tema di società di capitali, i patti parasociali, anche a seguito della tipizzazione operata dall’art. 2341-bis c.c., possono avere un contenuto diverso da quello previsto dalla citata norma, quale espressione della libertà contrattuale riconosciuta ai soci, purché detti accordi siano finalizzati a regolare il comportamento che i soci intendono tenere all’interno della società, nell’esercizio della funzione organica che essi svolgono per effetto della qualità rivestita, secondo una delle tre finalità codificate dalla predetta disposizione.  In applicazione del principio, la S.C. ha cassato la decisione di merito che aveva qualificato come patto parasociale una convenzione con cui il socio uscente aveva pattuito che la cessione della quota ad un terzo era condizionata all’assunzione della garanzia, da parte del cedente, del pagamento pro quota di un mutuo precedentemente contratto nell’interesse della società, accertando che tale assetto di interessi nulla aveva a che vedere con le finalità previste dall’art. 2341-bis c.c. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes  Clicca qui per leggere gli altri articoli SuperPartes  Foto di Rodrigo Salomón Cañas da Pixabay © Riproduzione riservata

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11 settembre 2024

Vedi il quinto incontro delle dirette: Obiettivo Finanza Consapevole!

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