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    07 aprile 2017

    Provvedimento amministrativo illegittimo: come...

    Cosa cambia per il cittadino Nei rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione può capitare che quest'ultima emani un provvedimento illegittimo che crei un danno al cittadino. Per questo, un tema che spesso si pone è quello di individuare i rimedi che un privato ha a disposizione a fronte di un provvedimento amministrativo illegittimo. Vediamo, dunque, quali sono i rimedi esperibili dal cittadino e i presupposti per ottenere tale risarcimento. Per approfondimenti chiedi ai Professionisti SuperPartes http://associazionesuperpartes.it/notai/ Le ragioni giuridiche La questione può porsi relativamente a qualsiasi tipo di provvedimento amministrativo: si pensi ad esempio alla revoca di un permesso di costruire già  rilasciato; ovvero all'esclusione da un concorso pubblico, o ancora ad una sanzione sportiva (per esempio una sanzione disciplinare inflitta ad un atleta tesserato e che non gli consenta di partecipare ad eventi sportivi) e così via. Certo, a fronte di un provvedimento amministrativo ritenuto illegittimo, il privato potrà  ricorrere al TAR competente al fine di chiederne l'annullamento. Tuttavia, il mero annullamento del provvedimento spesso non è avvertito come sufficiente a ristorare il danno subito dall'emanazione di quel provvedimento. In ragione di ciò, il privato, contestualmente all'azione di annullamento, potrà  chiedere al TAR il risarcimento del danno subito, sulla base dell'art. 30 del Dlgs 104/2010, secondo il quale "può essere chiesta la condanna al risarcimento del danno ingiusto derivante dall'illegittimo esercizio dell'attività  amministrativa o dal mancato esercizio di quella obbligatoria". Orbene, acclarata la possibilità  di chiedere il risarcimento del danno a seguito dell'annullamento di un provvedimento amministrativo riconosciuto illegittimo in sede giurisdizionale, il problema concerne l'individuazione dei presupposti per ottenere tale risarcimento e, soprattutto, quali siano gli oneri probatori in capo al privato. Sul punto dev'essere evidenziato che la giurisprudenza più recente del Consiglio di Stato[1] riconosce che, nel giudizio intentato da un privato nei confronti della Pubblica Amministrazione, al danneggiato da unprovvedimentoamministrativo illegittimonon è richiesto un particolare impegno probatorio per dimostrare la colpa dell'Amministrazione, potendo egli limitarsi ad evidenziare l'illegittimità  dell'atto. L'illegittimità  dell'atto, accertata in sede giurisdizionale, rappresenta dunque di per sè il presupposto sufficiente per il privato per poter richiedere il risarcimento del danno derivante dall'emanazione di quel medesimo provvedimento; e ciò al fine di cercare di ripianare quel "naturale squilibrio" che vi è tra privato e Pubblica Amministrazione. In questa logica, secondo i giudici di Palazzo Spada, spetterà  all'Amministrazione dimostrare, se del caso, di essere incorsa in un errore scusabile, che si verifica in presenza di contrasti giurisprudenziali sull'interpretazione della norma, ovvero nel caso di formulazione ambigua delle disposizioni da applicarsi, o di complessità  della situazione di fatto. Avv. Ambrogio Dal Bianco Per leggere gli altri articoli SuperPartes clicca qui:http://associazionesuperpartes.it/extra/blog/ [1] Consiglio di Stato, Sezione IV, 13/02/2017, n. 602.

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