Cassazione, sentenza n. 20878/2020. 

Per aversi accettazione tacita di eredità non basta che un atto sia compiuto dal chiamato all’eredità con l’implicita volontà di accettarla, ma è altresì necessario che si tratti di atto che egli non avrebbe diritto di porre in essere, se non nella qualità di erede.

Pertanto, poiché il pagamento di un debito del de cuius, che il chiamato all’eredità effettui con denaro proprio, non è un atto dispositivo e, comunque, suscettibile di menomare la consistenza dell’asse ereditario, tale, cioè, che solo l’erede abbia diritto a compiere, ne consegue che rispetto ad esso difetta il secondo dei suddetti requisiti richiesti in via cumulativa e non disgiuntiva per l’accettazione tacita.

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