Oggi le condizioni e le modalità  di esercizio delle attività  professionali sono radicalmente mutate rispetto al recente passato. La concorrenza crescente, la crisi economica che ha colpito il Paese, i rapidi e talvolta frenetici cambiamenti normativi, impongono una gestione dello studio notarile improntata a criteri manageriali. Il mutato scenario di riferimento impone al notaio un controllo sempre più accurato dei conti dello studio.

L'obiettivo può essere realizzato con le seguenti tre mosse:

  • la scelta di un sistema contabile analitico in modo da poter controllare i prelevamenti, e le movimentazioni bancarie;
  • l'accensione di almeno tre conti correnti: per le movimentazioni dello studio; per la gestione delle imposte da versare per conto dei clienti e a titolo personale;
  • la determinazione dell'ammontare dei compensi avendo riguardo sia alla complessità  della prestazione, sia ai costi diretti ed indiretti, che devono essere sostenuti con riferimento al singolo atto notarile.

La scelta della contabilità  ordinaria consente al professionista il pieno controllo dei risultati dello studio misurando analiticamente i rendimenti dell'attività . La contabilità  ordinaria fornisce al professionista non solo dati di tipo economico, ma anche informazioni di tipo finanziario indispensabili per comprendere l'andamento dell'attività . Ad esempio l'adozione della contabilità  ordinaria impone al professionista la contabilizzazione dei prelevamenti (effettuati dal conto corrente o dalla cassa) a titolo personale. La somma dei prelevamenti effettuati in un anno non dovrebbe mai essere superiore al risultato di esercizio al netto delle imposte. Se i prelevamenti dovessero essere eccedenti dovrà  suonare un campanello di allarme. L'informazione potrebbe ad esempio evidenziare che il notaio avrebbe prelevato le disponibilità  utilizzabili rigorosamente per il versamento delle imposte dei clienti.

La stessa finalità  di trasparenza potrà  essere raggiunta con l'accensione di tre distinti rapporti di conto corrente. Il primo, ove far transitare i compensi dell'attività  e le spese riconducibili all'attività  medesima. Sul secondo il notaio potrà  far affluire unicamente le somme erogate dai clienti per il pagamento delle imposte con l'adempimento unico. Queste somme, essendo gestite distintamente non dovranno mai essere prelevate per altre finalità . In pratica le predette somme saranno rigorosamente vincolate al pagamento delle imposte per conto dei clienti. Infine il conto personale deve essere utilizzato/alimentato con i prelievi dal conto relativo all'attività  di studio rappresentando l'operazione, nella sostanza, una vera e propria distribuzione di utili. Lo stesso conto sarà  utilizzato per il sostenimento delle spese personali.

La terza mossa consiste nella misurazione della redditività  dello studio per ogni singolo atto. Il notaio dovrà  verificare che il compenso è in grado di coprire almeno i costi diretti ed indiretti per rogare il singolo atto, ivi compresi i contributi da versare mensilmente all'archivio notarile e le imposte. Dopo la copertura totale dei predetti oneri dovrà  residuare un margine positivo, che rappresenta l'utile dell'attività  in grado di remunerare il lavoro del professionista.

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Nicola Forte, Dottore commercialista e Revisore dei conti a Roma

Oggi le condizioni e le modalità  di esercizio delle attività  professionali sono radicalmente mutate rispetto al recente passato. La concorrenza crescente, la crisi economica che ha colpito il Paese, i rapidi e talvolta frenetici cambiamenti normativi, impongono una gestione dello studio notarile improntata a criteri manageriali. Il mutato scenario di riferimento impone al notaio un controllo sempre più accurato dei conti dello studio. L'obiettivo può essere realizzato con tre mosse, che spieghiamo nell'articolo.