Il caso Facebook fa sorridere.
Sembra la favola: i vestiti nuovi dell’imperatore dove arriva il bambino a dire: il re è nudo.
Sono moltissimi anni che miliardi di persone regalano dati personali e contenuti a volte anche di grande valore alle piattaforme digitali.
Qualcuno poteva davvero pensare che la giostra fosse gratis? Per cortesia non stupiamoci ora, semmai cerchiamo di creare consapevolezza nelle persone del valore dei nostri dati e della nostra privacy, spesso sacrificata sull’altare di un like.
Sul tema della possibilità di influenzare il voto (ma qualsiasi altra decisione di acquisto) dei social anche qui eviterei le urla virginali.
Ogni media ha storicamente influenzato le decisioni, prima era la stampa (quarto potere) poi la televisione (quinto potere) ora il web. Il vero tema è che gli altri due erano media selettivi per qualità delle notizie e degli autori, i social no non selezionano, anzi rectius, selezionano il peggio. In realtà la decadenza verso il peggio era avvenuta anche negli altri due media ma almeno sempre con il filtro di autori professionali, nel web invece todos caballeros. Il problema è che sta cambiando la società noi eravamo costretti a cercare le fonti e costruirci uno spirito critico, i nativi web sono inseguiti, perseguitati dalle fonti e se vogliono costruirsi uno spirito critico devono fare una fatica multipla della nostra, pochi sono disposti a farla, sugli altri l’effetto delle web news può essere molto più incisivo dei media tradizionali su di noi.
C’è un rimedio a tutto questo ?
Credo di sì, la consapevolezza del valore della privacy e dei nostri contenuti sta lentamente iniziando a diffondersi, arriveranno regole a tutela della privacy, si inizierà a considerare i giganti del web per quello che effettivamente sono: delle media company con gli stessi (e forse maggiori) doveri dei media tradizionali.
Forse ancora più della legge potrà la tecnologia, si va verso la disintermediazione mentre i big digitali sono l’esatto opposto.
La Blockchain potrebbe ridisegnare il web in tanti settori forse anche in questo.
Forse un domani saremo noi ad avere il controllo dei nostri dati.
Forse un domani i contenuti di valore pubblicati nel web non saranno premiati con un narcisistico like ma con una valuta digitale in base al feedback ricevuto dagli altri utenti sulla sua utilità.
Forse ritorneremo ad una selezione qualitativa dei contenuti quando avranno un valore economico in cryptovalute.
Forse riprenderemo a coltivare spiriti critici: quindi liberi.
Paolo Broccoli, notaio in Colognola ai Colli (VR)
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