Corte di Cassazione, Sezione II, sentenza n. 1884 del 25 gennaio 2017

Cosa cambia per il cittadino.

Quando vi è lesione della quota di legittima è possibile proporre azione di riduzione delle disposizioni testamentarie considerate lesive, al fine di chiedere la reintegrazione della quota che si assume lesa.

Tale azione ha natura personale, per cui quando l'obbligo è posto a carico di più persone, la riduzione deve operarsi in misura proporzionale all'entità  delle rispettive attribuzioni. Ciò implica che ciascun beneficiario è tenuto a rispondere solo nei limiti ed in proporzione del valore di cui si riduce l'attribuzione o la quota precedentemente ricevuta.

Se, ad esempio, Tizio e Caio hanno ricevuto ciascuno beni per un valore pari a 100 e la quota di legittima, riservata agli eredi legittimari per legge, risulta lesa per un valore pari a 50, entrambi saranno tenuti a restituire beni per un valore pari a 25.

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Il fatto.

A fronte di più testamenti olografi lesivi della quota riservata ex lege ai legittimari, è stata promossa azione volta a determinare la quota disponibile e ridurre le disposizioni testamentarie eventualmente lesive della quota di legittima.

Le ragioni giuridiche.

L'azione di riduzione è disciplinata dall'art. 554 c.c., il quale prevede che le disposizioni testamentarie eccedenti la quota di cui il defunto poteva disporre (cd. quota disponibile) sono soggette a riduzione nei limiti della quota medesima.

A titolo esemplificativo, si può fare il caso di Tizio che, con testamento olografo, disponga a favore di Caio e Sempronio una quota del suo patrimonio per un valore superiore alla quota disponibile. Caio e Sempronio sono obbligati alla restituzione di una parte dei beni ricevuti in misura sufficiente a reintegrare la quota di legittima a favore e tutela dei legittimari.

Ma Caio e Sempronio sono obbligati in via solidale o parziaria?

Qualificare l'obbligo posto a loro carico in un senso o nell'altro ha ricadute applicative notevoli. Nel caso in cui fossero obbligati in via solidale, ciò implicherebbe l'applicazione della diversa (e più svantaggiosa) disciplina delle obbligazioni solidali.

Ma la Corte di Cassazione ha detto che così non è. Essendo l'azione di riduzione un'azione di tipo personale, ciò implica che l'obbligo di reintegrazione della quota di legittima è qualificabile come obbligazione parziaria e dunque si comporta in base alle regole previste per quel tipo di obbligazione.

Gli Ermellini, hanno affermato, infatti, che "quando l'obbligo di restituzione è posto a carico di più persone, su un medesimo bene ad esse donato o attribuito per quote ideali, la riduzione deve operarsi, nei confronti dei vari beneficiari, in misura proporzionale all'entità  delle rispettive attribuzioni; pertanto, ciascuno di essi è tenuto a rispondere soltanto nei limiti ed in proporzione del valore di cui si riduce l'attribuzione o la quota a suo tempo conseguita".

Ecco, dunque, che, in base a questo principio, Caio e Sempronio sono entrambi obbligati alla restituzione di quanto necessario a reintegrare la quota indisponibile, ma solo proporzionalmente e nei limiti del valore di cui si riduce la loro attribuzione.

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Corte di Cassazione, Sezione II, sentenza n. 1884 del 25 gennaio 2017 - Quando vi è lesione della quota di legittima è possibile proporre azione di riduzione delle disposizioni testamentarie considerate lesive, al fine di chiedere la reintegrazione della quota che si assume lesa. Tale azione ha natura personale, per cui quando l'obbligo è posto a carico di più persone, la riduzione deve operarsi in misura proporzionale all'entità  delle rispettive attribuzioni. Ciò implica che ciascun beneficiario è tenuto a rispondere solo nei limiti ed in proporzione del valore di cui si riduce l'attribuzione o la quota precedentemente ricevuta.